24 luglio 2015 Bali

Besakih e Gunung Batur guidando a destra

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Giorno otto. Sidemen (Bali) andando a zonzo verso nord.

Oggi abbiamo preso a noleggio la prima macchina. Alla guida (a destra) abbiamo candidato il buon Kiki, io alle Google Maps, Viola all’autoradio alla ricerca di Radio Bali Tamarra.

La guida a destra e la macchina al contrario non sono proprio intuitive: ad ogni svolta Kiki fa andare i tergicristalli invece di inserire le frecce, ma a parte questo e un paio di clamorose grattate col cambio manuale è stato un grandissimo cocchiere.

Prima di avventurarci per templi dobbiamo fare benzina, visto che gentilmente ci hanno affittato la macchina completamente a secco. Il primo benzinaio ha solo tre litri: ce li eroga con una pompa a manovella e sorridiamo, perché non abbiamo idea che la benzinaia successiva ci farà ben una tanica da due litri con l’imbuto!

Prima tappa prevista è al tempio di Besakih, il più importante di Bali. Incredibilmente riesco a leggere le cartine e dare le indicazioni corrette a Kiki The TaxiDriver e arriviamo in un attimo.

Ogni 50 metri ci ferma qualcuno per chiederci soldi per un pedaggio del tutto inventato. Praticamente arrivare all’entrata del tempio ci costa come una settimana di cene, ma lo spettacolo che ci troviamo di fronte è sublime. Besakih è costruito di pietre laviche nere, in contrasto col cielo cupo della giornata. Il complesso è costituito da molti templi, e in molti si stanno tenendo cerimonie. Come per tutti gli altri templi, anche qui dobbiamo inerpicarci su centinaia di gradini di sofferenza.

Ultima tappa al lago che si è formato in un cratere del vulcano Batur. Anche per arrivare suo lungo lago dobbiamo pagare misteriosi pedaggi (“dammi 150000 rupie…vabbè mi sei simpatico facciamo 75000″ 0_O). Il vulcano è imponente: è impossibile non provare un grande senso di rispetto di fronte a questa potenza della natura.

Al ritorno in albergo, Wayan ci ha accolto con una grande sorpresa culinaria. Ha passato tutto il pomeriggio coi suoi amici a rifare la pasta fresca, e ci ha servito un incredibile piatto di fettuccine condite con un sugo indonesiano inventato da lui (pollo stufato con aglio, cocco e spezie). Non è semplicemente perfetto: è strepitoso! Auguriamo a questo ragazzo di soli 23 anni di poter coltivare l’enorme talento che ha in cucina. La sintesi di cucina italiana ed indonesiana ha suggellato un’amicizia affettuosa fra i due paesi. Del resto ho sempre pensato che i migliori incontri diplomatici si svolgessero in cucina!

 

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