16 luglio 2015 Bali, Indonesia

Questo è l’ombelico del mondo

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Bali viene anche chiamata l’ombelico del mondo, e per chi lo avesse pensato, no, non è una definizione partorita della fantasia di Jovanotti. La vista dei vulcani, le scogliere a picco sull’oceano, i fiori di loto, il forte odore di incenso nell’aria e di curry delle persone, le statue Hindu coperte di fiori e offerte che si incrociano ad ogni angolo di strada, tutto ci dice che ci siamo riconciliati con un luogo della memoria dell’anima che non vedevamo da molto molto tempo.

 

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Tommaso ha commentato l’arrivo dicendo “Mamma però l’hanno messa in un posto un po’ lontano Bali!”. I bambini con un piccolo vocabolario riescono ad esprimere i concetti in modo molto più efficace di noi adulti! Questo dice tutto delle 26 ore di viaggio che abbiamo affrontato per arrivare alla meta. Di buono c’è che tra aerei, scali e attese, ci siamo così disorientati che ci siamo già allineati col nuovo fuso orario.

Il nostro albergo ad Ubud è un paradiso terrestre circondato da fiori, vasche coi fiori di loto, palme e risaie. I balinesi ci salutano con le mani giunte e un sorriso pieno di pace. Siamo immersi in una bellezza disarmante.
Non ostante il primo giorno sia iniziato con 12 vomitate a getto di Tommaso, il morale della truppa oscilla tra l’incanto, lo stupore e la gratitudine. Per ora non ci resta che rallentare e starcene in albergo tra giardino, risaie e piscina e attendere che nano esorcista si riprenda. Del resto senza lentezza non c’è possibilità di lasciarsi attraversare dall’esperienza.

 

 

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